Mio padre è stato anche Beppe Viola

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Mio padre è stato anche Beppe Viola, di Marina Viola – ediz. Feltrinelli

beppe viola

Chi era davvero Beppe Viola

Prima di decidermi a scrivere di questo libro, letto almeno un anno fa, ho cercato recensioni varie per capire se avesse lasciato lo stesso piacere di lettura e perché.

Più o meno tutti ne parlano bene, spesso anche molto, soffermandosi soprattutto sulla dualità del suo protagonista, finalmente narrato nelle vesti di marito e padre di quattro figlie e non solo di giornalista. La figlia autrice del libro aveva solo quattordici anni quando morì il padre e, vivendo da molti anni negli USA, sembrava non avere ben chiaro che personaggio fosse stato e cosa ancora rappresentasse oggi per chi lo ricorda.

L’hanno aiutata i molti amici come Cochi, Giorgio Terruzzi, Carlo Sassi, con aneddoti impagabili che confermano una genialità che avrebbe potuto sicuramente continuare a regalare e diffondere.

Io mi sono molto divertita a leggere di quando ha rimandato a casa la figlia di sei anni dallo stadio di San Siro colpevole di aver chiesto di che squadra fosse “quello che corre vestito di nero”, o di quando si tolse il costume in spiaggia davanti alle suore che si erano scandalizzate perché le bambine non lo indossavano. Penso anche che abbia avuto vicino una moglie straordinaria alla quale la figlia giustamente dà molti meriti, perché puoi anche essere un talento incredibile ma se sei solo non serve a molto.

Milano è l’altra protagonista

Personalmente però a me ha ridato un forte senso di appartenenza che pensavo di avere perso, e questa appartenenza è Milano. L’unica altra persona che me l’aveva sempre trasmessa e che mi manca immensamente è Enzo Jannacci, che incrociavo spesso sul suo motorino in città studi.

Da due anni sono tornata a vivere nella sua zona, purtroppo non più in tempo per incontrarlo; mi sono sorpresa, nel leggere il racconto di Marina Viola, a cercare gli indirizzi di cui parla, a capire qual è la casa di piazza Adigrat in cui vivevano vicino a Enzo, a far la spesa in via Lomellina o passare per via Sismondi pensando che comunque ancora abitiamo vicini (bella sensazione anche questa).

Nonostante i molti cambiamenti di questa città mi rendo conto che spesso riesce a sorprendermi in positivo e ultimamente riesco persino a vedere più le sue qualità e non i suoi difetti, mi dà un grande senso di libertà poter girare con la bici dell’Atm nel mese di agosto e scoprirla una città viva e non più in letargo come un paio di decenni fa.

Ecco, se dovessi spiegare cos’è Milano per i milanesi questo è uno dei libri che consiglierei sicuramente, trovo che ne trasmetta meglio di molti altri il carattere e che renda evidente perché chi ha provato a vivere anche a pochi km di distanza prima o poi ritorna.

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